La totale libertà di scrittura degli autori di questa antologia non ha prodotto una raccolta confusa e disordinata ma un'ottima dimostrazione dell'assonanza di menti diverse accomunate dallo stesso spirito di libertà nel diffondere un'informazione ragionata a fumetti. Potete leggere la mia recensione pubblicata su Lo Spazio Bianco a questo link.
sabato 13 febbraio 2016
venerdì 12 febbraio 2016
Il ritorno di Corto Maltese su Lo Spazio Bianco
Con molto timore reverenziale accosto il mio nome a quello di un grandissimo fumettista, Hugo Pratt, e a quello di Juan Díaz Canales e Rubén Pellejero che coraggiosamente hanno scritto un nuovo capitolo delle avventure del suo più celebre personaggio. Corto Maltese. La recensione pubblicata da Lo Spazio Bianco potete leggerla qui.
martedì 2 febbraio 2016
La Scuola Senza Pudore su Lo Spazio Bianco
La scuola senza pudore di Go Nagai è un'opera umoristica ancora godibilissima, nonostante per alcuni tratti sia superata.
Perseguitata dalla censura che costrinse l'editore a cessare la pubblicazione nonostante l'opera fosse firmata dal celeberrimo Go Nagai, questa serie è una finestra per osservare con sguardo limpido e non offuscato dalle ipocrisie i limiti e le incoerenze del mondo adulto al cospetto di quello giovanile. La recensione, pubblicata su Lo Spazio Bianco, potete leggerla cliccando qui.
domenica 31 gennaio 2016
Il Gatto del Rabbino di Joann Sfar
Cosa direbbe un gatto se potesse parlare? Dato il suo carattere autonomo e
indipendente è probabile che non ci risparmierebbe quello stesso sguardo
critico che ci riserva spesso in casa o per la strada.
Se poi si trattasse del gatto di un rabbino
potete essere sicuri che non lesinerebbe al suo povero padrone coinvolgenti e
sorprendenti conversazioni teologiche.
Il primo volume della serie “Le chat du Rabin” di
Sfar, intitolato “La Bar-Mitsva”, realizza appieno questa possibilità, sogno,
forse incubo, di ogni amante dei gatti.
La conquista della parola avviene in modo
“naturalmente traumatico”: il gatto del rabbino mangia un noioso pappagallo ed
acquisisce, diciamo così per “proprietà transitiva”, la capacità di parlare,
nonostante il molesto volatile non emettesse che orrendi versacci.
Anche se il gatto del rabbino attribuisce al
pappagallo la sua conquista del linguaggio, la subitanea manifestazione del
dono della retorica, e della capacità di mentire ad essa collegata, non può che
essere farina del suo sacco.
La retorica, arte essenziale nel giudaismo per le discussioni bibliche,
consente al gatto di sostenere una difficile conversazione col maestro del suo
rabbino.
Questi, rabbino a sua volta, inizialmente rifiuta
di ammettere che il gatto possa accedere all’ebraismo, a causa dell’uccisione
del pappagallo, tuttavia, esasperato dalle brillanti risposte del felino,
suggerisce di annegarlo.
La stessa doppiezza è svelata nell’allievo più
ligio del rabbino, che ostenta frande fedeltà alla Torah e riprende i suoi
compagni per piccole manchevolezze, tuttavia è visto dal gatto mentre entra in
una casa di tolleranza nella parte musulmana della città.
L’ipocrisia dell’ortodossia cieca, nelle parole
del maestro rabbino e nelle azioni dell’allievo, è rivelata con arguzia come
potrebbe fare solo un gatto.
Allo stesso tempo però il lettore è introdotto
alla cultura ebraica, e ciò consente di abbattere l’ignoranza e i pregiudizi ad
essa legati, e insegna ad accettare la diversità.
L'apprendimento e la valorizzazione di ciò che è
diverso è reso ancora più forte dal fatto che il lettore, osservando le forme
allungate e tremolanti delle figure di Sfar, ha l’impressione di vedere la
realtà come se fosse il gatto, che in questo fumetto è il diverso per
eccellenza.
martedì 26 gennaio 2016
Le Memorie di Emanon su Lo Spazio Bianco
Ci sono fumetti difficili da recensire, non perchè non siano belli ma semplicemente perchè la storia che contengono è talmente densa di atmosfere che non c'è una trama complessa di cui parlare ma solo sensazioni ed emozioni da restituire. Le Memorie di Emanon appartiene a questo genere di manga e la mia recensione, pubblicata da Lo Spazio Bianco, è in questa pagina, in cui spero di aver saputo rendere la magia di questo emozionante fumetto.
lunedì 25 gennaio 2016
Outcast a colori su Lo Spazio Bianco
Mi sono potuto giovare per questa recensione della conferenza tenuta da Paul Azaceta a Lucca.
Pur non essendo io un cultore del genere horror Outcast mi ha davvero convinto e nell'articolo pubblicato su Lo Spazio Bianco potrete leggere in particolar modo perchè ho apprezzato le due differenti versioni di questo fumetto.
domenica 24 gennaio 2016
Pioggia d'estate di Sergio Algozzino
Anche quando mi capita di conoscere di persona l’autore di un fumetto, meno
spesso di quanto vorrei, cerco sempre di mantenere un certo distacco nel
redigere la mia “scheda critica” del suo libro.
Per “Pioggia d’estate” di Sergio Algozzino mi è un po’
più difficile mantenermi un freddo osservatore.
Mentre nel caso di Claudio Stassi e del suo "Per questo mi chiamo Giovanni" mi aiutava il bisogno di parlare con
attenzione di un argomento delicato, la vita di Giovanni Falcone, quello di
Sergio è un fumetto autobiografico e quindi inevitabilmente devo parlare
dell’autore.
Il distacco critico viene meno anche perché
insieme a Claudio Stassi e Manlio Mattaliano, devo a Sergio l’introduzione ad
una visione più ampia e consapevole del fumetto come mezzo espressivo.
Inoltre Sergio mi ha dato un aiuto decisivo per
il mio fumetto d’esordio come fumettista, ovvero “Psicometrica”.
Dal momento che i complimenti lo imbarazzano
Sergio preferirebbe che non mi sperticassi in lodi, ma dal momento che lui
potrebbe darmi delle lezioni di fumetto, e non potrebbe avvenire il contrario,
mi soffermerò soprattutto sulle bellezze contenutistiche del suo fumetto,
tralasciando quelle stilistiche (numerose).
Sfogliando distrattamente “Pioggia d’estate” si
potrebbe pensare: “La solita autobiografia di un esordiente”. Tuttavia a parte
il fatto che tutto si potrebbe dire di Sergio tranne che sia un esordiente,
l’operazione da lui compiuta è un unicum nel mondo del fumetto, il racconto di
come si diventa fumettisti.
Pur essendo diviso in capitoli che parlano delle
“piccole cose” della vita di una persona, scuola, musica, videogiochi, il fil
rouge che unisce il graphic novel è infatti il rapporto coi fumetti e
l’avvicinamento lento ma costante al professionismo.
I capitoli “Fumetti”, “Fumetterie” e “Angoulême”,
narrano di una passione nata molto presto, e coltivata inizialmente
nell’assoluto deserto palermitano. Eppure lentamente Sergio incontra
sempre più persone che condividono la sua passione, alcuni delle quali
diventano figure fondamentali per la sua maturazione e costituiscono a poco a
poco un gruppo solido che sfocia su internet prima sottoforma di “Gruppo
Trinacria” e poi di “Kinart”, il primo
portale italiano con tutorials gratuiti per fumettisti. “Pioggia d’estate”
più che un esordio rappresenta dunque un primo punto d’arrivo in cui Sergio
riesce nel difficile compito di guardarsi dall’esterno, di raffigurarsi da solo
e di esprimere in maniera sincera e genuina sé stesso.
A dimostrazione di questo gli altri capitoli,
raccontando esperienze condivise da tutta la generazione fine anni settanta
inizio ottanta, riescono a far ricordare, a commuovere a far sorridere e ridere
ogni lettore.
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