
Per “Pioggia d’estate” di Sergio Algozzino mi è un po’
più difficile mantenermi un freddo osservatore.
Mentre nel caso di Claudio Stassi e del suo "Per questo mi chiamo Giovanni" mi aiutava il bisogno di parlare con
attenzione di un argomento delicato, la vita di Giovanni Falcone, quello di
Sergio è un fumetto autobiografico e quindi inevitabilmente devo parlare
dell’autore.
Il distacco critico viene meno anche perché
insieme a Claudio Stassi e Manlio Mattaliano, devo a Sergio l’introduzione ad
una visione più ampia e consapevole del fumetto come mezzo espressivo.
Inoltre Sergio mi ha dato un aiuto decisivo per
il mio fumetto d’esordio come fumettista, ovvero “Psicometrica”.
Dal momento che i complimenti lo imbarazzano
Sergio preferirebbe che non mi sperticassi in lodi, ma dal momento che lui
potrebbe darmi delle lezioni di fumetto, e non potrebbe avvenire il contrario,
mi soffermerò soprattutto sulle bellezze contenutistiche del suo fumetto,
tralasciando quelle stilistiche (numerose).
Sfogliando distrattamente “Pioggia d’estate” si
potrebbe pensare: “La solita autobiografia di un esordiente”. Tuttavia a parte
il fatto che tutto si potrebbe dire di Sergio tranne che sia un esordiente,
l’operazione da lui compiuta è un unicum nel mondo del fumetto, il racconto di
come si diventa fumettisti.
Pur essendo diviso in capitoli che parlano delle
“piccole cose” della vita di una persona, scuola, musica, videogiochi, il fil
rouge che unisce il graphic novel è infatti il rapporto coi fumetti e
l’avvicinamento lento ma costante al professionismo.
I capitoli “Fumetti”, “Fumetterie” e “Angoulême”,
narrano di una passione nata molto presto, e coltivata inizialmente
nell’assoluto deserto palermitano. Eppure lentamente Sergio incontra
sempre più persone che condividono la sua passione, alcuni delle quali
diventano figure fondamentali per la sua maturazione e costituiscono a poco a
poco un gruppo solido che sfocia su internet prima sottoforma di “Gruppo
Trinacria” e poi di “Kinart”, il primo
portale italiano con tutorials gratuiti per fumettisti. “Pioggia d’estate”
più che un esordio rappresenta dunque un primo punto d’arrivo in cui Sergio
riesce nel difficile compito di guardarsi dall’esterno, di raffigurarsi da solo
e di esprimere in maniera sincera e genuina sé stesso.
A dimostrazione di questo gli altri capitoli,
raccontando esperienze condivise da tutta la generazione fine anni settanta
inizio ottanta, riescono a far ricordare, a commuovere a far sorridere e ridere
ogni lettore.
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